Greenwashing, primo calo in sei anni

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Il report di RepRisk per il primo semestre 2024 mostra segnali positivi, con un calo del 12% del rischio globale di greenwashing, invertendo una crescita durata sei anni. Tuttavia, i casi gravi sono aumentati di oltre il 30%, indicando sfide persistenti; Alienor Legendre, Research Associate di MainStreet Partners, ha analizzato questi risultati.

La riduzione del 20% dei casi nel settore finanziario tra il 2023 e il 2024 potrebbe essere dovuta all’introduzione di regolamentazioni come la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) e la Tassonomia UE, che promuovono trasparenza e conformità.

I dati di RepRisk mostrano anche che il 36% delle società del settore finanziario collegate al greenwashing nel 2023 è stato segnalato anche nel 2024. Questo suggerisce che, sebbene la percezione pubblica stia migliorando la tendenza generale, ulteriori regolamentazioni e dati trasparenti sono essenziali per ridurre i casi persistenti e affrontare l’aumento degli incidenti gravi. Gli investitori rispondono con crescente cautela; per molti, la reputazione ESG di un’azienda è cruciale nelle decisioni d’investimento. Una maggiore trasparenza nelle dichiarazioni ESG non solo risponde alle esigenze degli investitori, ma protegge anche la reputazione delle aziende realmente impegnate nella sostenibilità.

Esempi di aziende segnalate nel 2023 e nel 2024:

  • H&M: Il rivenditore di moda è stato accusato di greenwashing nel 2023 per la linea “Conscious Choice”, poiché molti prodotti etichettati come sostenibili contenevano materiali sintetici in quantità elevata. Le critiche sono proseguite nel 2024 con ulteriori segnalazioni di dichiarazioni ambientali ritenute fuorvianti e non pienamente supportate da pratiche sostenibili.
  • Delta Air Lines: Nel 2023 Delta ha affrontato accuse relative al programma di voli “carbon neutral”, con critiche sulla reale efficacia dei crediti di carbonio utilizzati per compensare le emissioni. Queste accuse sono proseguite nel 2024, suscitando ulteriori dubbi sulla trasparenza delle strategie ambientali della compagnia.

D’altra parte, alcuni osservatori suggeriscono che il leggero calo dei casi segnalati possa essere influenzato dalle diverse pressioni di mercato sulle priorità ESG. Sebbene l’interesse per l’ESG rimanga significativo, l’impatto dei cambiamenti nei contesti economici e politici ha spinto gli investitori a bilanciare le priorità finanziarie ed energetiche immediate con gli obiettivi di sostenibilità a lungo termine.

In conclusione, la riduzione del rischio di greenwashing è un segnale positivo, ma i progressi futuri dipenderanno da regolamentazioni efficaci, pratiche trasparenti e monitoraggio costante, in particolare nel settore finanziario, dove la credibilità ESG è essenziale per costruire la fiducia degli investitori e mitigare i rischi reputazionali. Nonostante il calo dei casi di greenwashing, le sfide economiche e geopolitiche in evoluzione richiedono un approccio misurato e proattivo all’integrazione ESG.

 

Questo articolo e’ apparso per la prima volta su Focus Risparmio