Mercati privati? In futuro saranno “ESG or nothing”

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Le tematiche ESG confermano il loro carattere pervasivo per il mondo della finanza. A spingere in questa direzione, anche la “significativa espansione, a livello sia di contenuti sia di perimetro di inclusione” per effetto della regolamentazione europea. Questo allargamento, tra le altre, include anche le imprese private “in maniera diretta o indiretta” e, di conseguenza, “funge da supporto per lo sforzo del settore ESG nel mondo private”.

ripercorrere i passaggi legati alle modalità di integrazione della sostenibilità nel settore dei private market è Daniele Cat Berro, managing director, MainStreet Partners raggiunto da FundsPeople in occasione della 14esima edizione del Salone del Risparmio, in programma a Milano dal 9 all’11 aprile scorso. Cat Berro rimarca come lo sforzo citato abbia già prodotto i primi risultati tra il 2020 e il 2022, “quando il capitale raccolto dai fondi ESG nel mercato privato è triplicato, passando da 29 a 92 miliardi di dollari”. Le prospettive future, poi, sono interessanti: “Secondo le previsioni di PwC Luxembourg, la maggior parte degli investitori nei mercati privati adotterà, infatti, una filosofia di investimento che potrebbe essere riassunta in ‘ESG or nothing’”, prosegue l’esperto indicando come oltre tre quarti degli investitori prevedano di interrompere “gli investimenti nei mercati privati che non aderiscono agli standard ESG entro il 2025”. “È evidente – afferma – come nonostante i vari dibattiti politici in corso, l’ESG si sia trasformato in un imperativo strategico, e si sia affermato saldamente nell’universo dei mercati privati”.

Impatto della normativa

Un ruolo determinante in questa evoluzione è svolto, come detto, dalla normativa sviluppata in sede UE. “Da gennaio 2023 – afferma il managing director –, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) segna una svolta nel panorama della rendicontazione aziendale europea. Inizialmente, l’applicazione riguarderà le aziende già soggette alla Non Financial Disclosure, espandendosi dal 2025 per comprendere anche grandi imprese non quotate e, dal 2026, piccole e medie imprese quotate”. L’obiettivo di questa Direttiva, come noto, “è uniformare la rendicontazione su impatti e rischi, ambientali e sociali, attraverso una solida governance aziendale”. Sempre all’interno di questo solido perimetro normativo, un’altra novità interverrà a partire dal 2027, quando “la Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD) estenderà ulteriormente l’ombrello della sostenibilità richiedendo alle grandi aziende UE di identificare e mitigare eventuali danni sociali o ambientali lungo le loro catene di approvvigionamento, coinvolgendo quindi anche le aziende non direttamente soggette alla CSRD, come le PMI non quotate”. Nei prossimi tre anni, dunque, crescerà il peso dell’integrazione degli indicatori di sostenibilità, “influenzando l’accesso a finanziamenti sia pubblici (agevolazioni) sia privati (banche, bond sostenibili, fondi di private equity e così via) e sottoponendo le aziende a un maggiore scrutinio da parte di clienti e fornitori”. Anche alla luce di questa trasformazione, a livello europeo sono allo studio standard di rendicontazione che tengono conto delle dimensioni delle imprese. “Le imprese inadempienti – rimarca l’esperto – verranno quindi penalizzate dal punto di vista commerciale e finanziario, mentre quelle virtuose potranno finanziarsi a costi inferiori e guadagnare quote di mercato”.

Impatto dell’AI e dell’evoluzione tecnologica

Un elemento determinante in questa trasformazione dell’industria private in funzione ESG si connette a un’altra grande evoluzione (che a sua volta è trasversale a mercati e settori finanziari): quella dell’intelligenza artificiale e del machine learning che, secondo Cat Berro, è “destinata a svolgere un ruolo cruciale nell’affrontare le complesse sfide della sostenibilità”. L’adozione di queste tecnologie, afferma, “ha il potenziale di trasformare radicalmente l’uso delle risorse, rendere efficiente l’uso dell’energia e ridurre l’impatto ambientale delle attività umane”, dal momento che IA e machine learning “offrono soluzioni innovative per la conservazione della biodiversità e per analizzare gli effetti dei cambiamenti climatici con una precisione mai vista prima”. Al contempo, l’integrazione di standard europei per il reporting ESG faciliterà una gestione e raccolta dati più efficiente, sia per le aziende sia per gli investitori. “Consideriamo infatti che, attualmente, le informazioni ESG sono spesso presentate in maniera frammentata e non facilmente accessibile, questo crea barriere significative in termini di costi e di tempo per la loro raccolta e analisi”. La visione dell’esperto è dunque ottimistica: “Con l’avanzare delle tecnologie – sottolinea –, il futuro della sostenibilità appare più accessibile e gestibile, un passo importante verso la riduzione dell’impatto ecologico globale”.

 

Pubblicato da Funds People