Energia rinnovabile a prezzo stabile: il modello che può rivoluzionare l’Italia

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Perché il prezzo dell’elettricità è così legato al gas? Il sistema attuale impone che il costo dell’energia sia determinato dalla fonte più costosa utilizzata, spesso il gas. Questo significa che, anche se una parte dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili a basso costo, i consumatori pagano come se tutta l’energia fosse prodotta da gas.

Per ridurre questa dipendenza, servono meccanismi in grado di garantire stabilità ai prezzi e agli investimenti nelle rinnovabili.Una delle soluzioni più efficaci, già implementata con successo nel Regno Unito, è l’introduzione dei CfD, un meccanismo che garantisce stabilità ai produttori di energia rinnovabile e abbassa i costi per consumatori e imprese.

Come funzionano i CfD?

I CfD sono strumenti di politica energetica progettati per garantire agli investitori in energie rinnovabili un prezzo stabile per l’energia prodotta, riducendo l’incertezza di mercato e incentivando nuovi investimenti.

Nel modello classico di CfD, lo Stato o un’agenzia governativa stabilisce un prezzo di riferimento (strike price) per l’energia prodotta da un determinato impianto. Se il prezzo di mercato dell’energia elettrica scende al di sotto di questa soglia, il sistema pubblico copre la differenza a favore del produttore. Al contrario, se il prezzo di mercato supera lo strike price, il produttore è tenuto a restituire l’eccesso allo Stato o all’ente regolatore.

Questo meccanismo assicura agli investitori una maggiore prevedibilità finanziaria, favorendo la crescita delle rinnovabili, e contribuisce a rendere il sistema energetico meno vulnerabile alle oscillazioni del prezzo del gas.

Il successo del modello nel Regno Unito

Il Regno Unito ha implementato con successo il meccanismo dei CfD per sostenere lo sviluppo di energia eolica offshore e altre fonti rinnovabili. Attraverso aste competitive, i produttori rinnovabili propongono il prezzo di riferimento desiderato, e i progetti più competitivi ricevono il supporto del governo.

Ad esempio, nel round CfD del 2022, il prezzo di riferimento per l’eolico offshore è stato fissato a circa 37,35 sterline per MWh, ben al di sotto dei prezzi medi del gas. Questo ha consentito di sviluppare nuovi progetti con tariffe predefinite, assicurando ai consumatori energia a prezzi più contenuti rispetto alle fluttuazioni del mercato gas.

L’introduzione dei CfD ha contribuito a un drastico abbattimento dei costi per l’energia rinnovabile nel Regno Unito e ha stabilizzato il mercato dell’elettricità, garantendo maggiore prevedibilità per investitori e consumatori.

Applicazione in Italia: un’opportunità concreta

L’Italia potrebbe integrare i CfD nel proprio mercato energetico per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas, soprattutto considerando la crescente quota di rinnovabili.

Attualmente le rinnovabili in Italia sono sostenute principalmente da incentivi diretti e contratti PPA (Power Purchase Agreements) tra privati. I CfD offrirebbero una soluzione più stabile, garantendo prezzi più prevedibili e beneficiando anche famiglie e imprese.

Un’applicazione concreta potrebbe essere lo sviluppo di CfD per parchi eolici e fotovoltaici su larga scala, con prezzi di riferimento stabiliti tramite aste pubbliche. Ad esempio, il Gestore dei Servizi Energetici potrebbe organizzare bandi per assegnare contratti CfD ai produttori rinnovabili, assicurando un prezzo competitivo che si mantenga stabile nel tempo.

Andando ancora più nella pratica, immaginiamo che il governo italiano introduca dei CfD per impianti fotovoltaici di grande capacità, stabilendo un prezzo di riferimento di 50 €/MWh. Se il prezzo di mercato scende a 40 €/MWh, il produttore riceve 10 €/MWh di compensazione. Se invece il prezzo supera i 50 €/MWh, il produttore restituisce l’extra, contribuendo a calmierare i costi dell’energia per i consumatori.

Benefici per l’Italia

L’implementazione dei CfD nel mercato italiano offrirebbe vantaggi significativi, garantendo maggiore stabilità e costi energetici più contenuti.

I CfD ridurrebbero il costo dell’energia limitando la dipendenza dal gas e rendendo i prezzi più prevedibili per famiglie e imprese.

Anche la sicurezza energetica ne trarrebbe vantaggio. Incentivando la produzione locale di energia rinnovabile a prezzo stabile, l’Italia diminuirebbe la sua esposizione alle oscillazioni dei mercati globali e alle crisi geopolitiche, assicurando un approvvigionamento più affidabile.

I CfD avrebbero anche un forte impatto sugli investimenti nelle energie rinnovabili. Offrendo agli sviluppatori un quadro di riferimento stabile e prevedibile, faciliterebbero la pianificazione di nuovi impianti eolici e fotovoltaici, accelerando la transizione energetica.

Infine, questo sistema ridurrebbe la necessità di sussidi diretti. A differenza dei sussidi tradizionali, i CfD si basano su meccanismi di mercato, garantendo un utilizzo più efficiente delle risorse pubbliche.

CfD: la soluzione che stavamo aspettando?

Il dibattito sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia è aperto, ma i CfD rappresentano una soluzione concreta e già collaudata. L’esperienza britannica dimostra che il modello funziona, e l’Italia ha tutte le condizioni per adottarlo con successo. Implementare i CfD su larga scala potrebbe essere la chiave per un futuro energetico più stabile, sostenibile e accessibile. La transizione è già iniziata: i CfD possono essere la chiave per un futuro energetico più stabile e sostenibile. L’Italia è pronta a cogliere questa opportunità?