La rapida crescita dell’attenzione e degli investimenti dedicati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (SDG) si è tradotta a fatica in sforzi paritetici per far confluire capitali nelle aree geografiche più vulnerabili del pianeta.
La nascita degli SDG ha ampliato la validità di alcune tipologie di strumenti finanziari. Nel 2008 la banca mondiale aveva infatti lanciato il primo green bond. Oggi, i Green, Social e Sustainability Bond (GSS Bond) rappresentano un mercato da oltre 3.500 miliardi di dollari, aiutando così in modo importante a rispondere alla necessità di ulteriori investimenti per raggiungere gli SDG, stimati in 2.500 miliardi di dollari.
I mercati emergenti come beneficiari
Dal nostro ultimo report sul mercato dei GSS Bond è emerso che i capitali reperiti tramite questo tipo di obbligazione sono indirizzati verso progetti ambientali e sociali localizzati nei mercati emergenti, spesso anche da emittenti con sede nei Paesi sviluppati. Quest’elemento assume particolare importanza poiché gli obiettivi fissati dall’Accordo di Parigi, come anche gli stessi SDG, possono essere raggiunti solo tramite una forte cooperazione tra gli stakeholder dei mercati sviluppati e quelli dei mercati in via di sviluppo.
Questa è una grande – e importante – notizia. Perché?
Se da un lato ci si aspetta che gli investitori giochino un ruolo significativo in questo ambito, negli ultimi anni le quote di investimenti legati agli SDG sono in netta diminuzione. Durante la pandemia, il flusso globale di investimenti verso i mercati in via di sviluppo è stato sotto forte pressione, ed è calato del 42% nel 2021 rispetto ai due anni precedenti.
Alcuni dei principali emittenti di GSS Bond sono gli enti sovranazionali (es. BEI). Questi spesso usano Green e Social Bond per sostenere programmi di investimento internazionali ed hanno una forte attenzione verso i mercati emergenti.
Per coloro che investono in GSS Bond, il rapporto tra il Paese di domicilio dell’emittente e l’area geografica dei progetti non è sempre chiaro o evidente. I proventi dei GSS Bond spesi in mercati in via di sviluppo sono in forte crescita, a riprova del fatto che emittenti ed investitori stanno rispondendo agli obiettivi stabiliti nel 2015 dall’Accordo di Parigi che richiedono un occhio di riguardo nella transizione energetica per le aree geografiche più vulnerabili.
Nel 2021 abbiamo constatato un aumento del 125% nei capitali di GSS Bond utilizzati in mercati in via di sviluppo rispetto al 2019. Il Sud America è stata la regione che ha mostrato la crescita maggiore, mentre l’area con il dato più alto di investimenti rimane l’Europa. Con 548 miliardi di euro a fine 2022, è la principale destinataria dei flussi di capitale tramite GSS Bond, con numeri quasi 4 volte maggiori rispetto all’Asia, seconda classificata con 145 miliardi di euro.
Lo squilibrio tra investimenti con obiettivi SDG nei mercati emergenti e nei mercati sviluppati acutizza la situazione che porta le aree più esposte al rischio climatico ad avere mezzi più limitati per poter finanziare una transizione energetica. Si tratta di finanziare non solo progetti di mitigazione del cambiamento climatico, come ad esempio, impianti di generazione di energia da fonte rinnovabile, ma anche soluzioni di adattamento al cambiamento climatico come, ad esempio, per prevenire esondazioni di bacini idrici.
Il nostro ultimo GSS Bond report ha evidenziato come gli SDG più comunemente indicati dagli emittenti siano quelli legati ai temi ambientali e a quello della salute. Nel 2022, i 5 SDG più utilizzati (trovati nel 46% dei GSS Bond) sono: città e comunità sostenibili (18%); energia pulita ed accessibile (17%); lotta contro il cambiamento climatico (12%); imprese, innovazione ed infrastrutture (12%); salute e benessere (7%).
I GSS Bond nei mercati emergenti
I GSS Bond emessi nei mercati emergenti sono ancora solo una piccola parte rispetto al totale emesso a livello globale, e rappresentano oggi una quota pari al 9%. A dimostrarne la forte crescita, il valore è però triplo rispetto al 2015. La Cina rimane il mercato principale, rappresentando oltre il 60% del totale. Nonostante ciò, il numero di Paesi in cui sono stati emessi GSS Bond è cresciuto molto negli ultimi anni. Nel database di MainStreet Partners sono presenti GSS Bond emessi in 35 Paesi in via di sviluppo, rispetto ai soli 8 nel 2015.
È opinione diffusa ormai che in pochi anni avremo combustibili fossili che non possono essere consumati, ed infrastrutture a loro dedicate (es. oleodotti) che non potranno più essere utilizzate, diventando una passività prima della loro fine (naturale) del ciclo di vita.
Proprio con l’obiettivo di evitare questo ingente costo, i mercati in via di sviluppo dovranno focalizzarsi su politiche ed investimenti destinati ad attività sostenibili.
Conclusione
I GSS Bond sono strumenti di finanziamento tradizionali, con la caratteristica aggiuntiva di avere uno specifico utilizzo di capitale dedicato a progetti ambientali e sociali (il cosiddetto “utilizzo dei proventi”). Fornire una mappatura tra l’utilizzo dei proventi e gli SDG è una pratica comune, specialmente nei documenti pubblicati dagli emittenti prima del lancio di un GSS Bond. Nel 2022, il 63% dei GSS Bond ha fornito una mappatura agli SDG, in crescita rispetto al solo 10% nel 2016. Questo sottolinea la crescente trasparenza e maturità di questo mercato.
La mancanza di finanziamenti resta comunque l’ostacolo principale per raggiungere gli SDG, e la situazione rimane ancora più acuta nei Paesi in via di sviluppo. Se da un lato i GSS Bond aiutano, negli ultimi anni l’attenzione verso progetti legati agli SDG è in realtà diminuita, in modo ancor più evidente nei mercati in via di sviluppo. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite e l’Accordo di Parigi possono essere raggiunti solo con determinazione da parte sia dei Paesi sviluppati sia dei Paesi in via di sviluppo. I GSS Bond non vogliono certo rappresentare una panacea, ma offrono agli investitori istituzionali uno strumento affidabile per salvaguardare i propri capitali nel lungo termine, ed al contempo aiutare l’economia globale a raggiungere gli SDG.
By Pietro Sette, Research Director at MainStreet Partners